venerdì 28 marzo 2014

"Disease mongering", i signori (medici) della truffa


"To monger", mercanteggiare. Disease mongering, commerciare malattie. Trafficare con la salute. Inventare malattie e inventare farmaci per le malattie inventate.
Se è vero che «il desiderio di prendere medicine è forse la più grande differenza fra l’uomo e l’animale»*, sicuramente c’è qualcuno che approfitta di questa debolezza e, triangolando mezzi di comunicazione con case farmaceutiche e dichiarazioni di medici di chiara fama (che assai poco deontologicamente si prestano a fare da pedine del grande Monopoli diagnostico/farmacologico), bypassa tutte le componenti psicologiche, sociali e biologiche delle condizioni di salute per lanciare sul mercato malattie nuove e relative cure.

Una delle più note, la “sindrome da deficit di attenzione e iperattività nel bambino” o ADHD, inventata per vendere quintali di Ritalin, per aprire ambulatori ad hoc, con finanziamenti ad hoc e interventi in congressi ad hoc, è stata smentita dal suo inventore. Peraltro, i migliori neuropsichiatri e terapeuti per i bambini avevano già ampiamente ridotto la percentuale di minori da sottoporre a trattamento farmacologico (circa l’1% dei sospettati), pronunciandosi a favore di ben altre cause, da ricercarsi nell’odierna crisi genitoriale.
Nel 2002, la prestigiosa rivista British Medical Journal  ha pubblicato una “Classificazione internazionale delle non-malattie”, contenente più di 200 condizioni ritenute a torto come patologiche, come per esempio la timidezza che è diventata Disturbo d’ansia sociale e noia. 
La pratica del commerciare in malattie toglie risorse ai Sistemi sanitari, è lapalissiano. Si sprecano soldi pubblici per guarire malattie che andrebbero affrontate altrimenti; senza dimenticare che una non-malattia non guarisce prendendo un farmaco. Perciò, mentre un tempo si inventavano medicinali contro le malattie, ora si inventano direttamente le malattie, per generare nuovi mercati di potenziali pazienti. Per poter mantenere inalterato il mercato degli anni passati, sostenuto da mutualismo e gratuità, l’industria della salute deve rivolgersi alle persone sane.
Sta al cittadino cominciare a scegliere. Sta ai medici studiare di più e lavorare onestamente. Le malattie devono essere affrontate in prevenzione, intervenendo sulla salute psicologica di adulti e bambini, curando la nutrizione e lo stile di vita, stando più a contatto con la natura ed effettuando scelte sostenibili a favore del proprio corpo. Vale per tutti. Diversamente, medici e pazienti diventano parimenti vittime sprovvedute, di cui il disease mongering ha bisogno per riprodursi.

*William Osler, medico canadese e padre della moderna medicina.
Fonte: obesita.it, 4 febbraio 2014

venerdì 14 marzo 2014

Un progetto contro il gioco d'azzardo e la dipendenza da macchinette


Il gioco d’azzardo è stato riconosciuto in Lombardia come dipendenza, al pari di droga e alcolismo: lo prevede il “Programma 2014 per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”, approvato dalla Giunta Regionale nella seduta del 30/01/2014. Sono in corso di attuazione le proposte per prevenire questa dipendenza, ridurre il rischio di casi nuovi e per sostenere chi necessita di smettere.
La “febbre delle macchinette” per il gioco d’azzardo colpisce sia uomini che donne ed è una delle patologie più devastanti sul sistema mentale ed economico di una famiglia. Chi è colto da questa dipendenza (che trae origine anche da una genetica specifica) non riesce a spostare il pensiero su attività più costruttive ed è ossessionato dal piacere della ripetizione dei suoi tentativi per valicare un limite invalicabile. Le macchinette per il gioco d’azzardo, infatti, non sono certo tarate per far vincere i giocatori.

Il Programma di contrasto sarà aggiornato di anno in anno. Le nuove norme urbanistiche fissano in 500 metri la distanza minima per l'installazione di nuovi apparecchi da luoghi sensibili come ospedali, scuole, centri anziani, chiese e oratori. Di prossima attuazione anche la specifica leva fiscale: l'aliquota Irap verrà ridotta agli esercenti che decideranno di disinstallare gli apparecchi da gioco dai loro locali.

In Lombardia questa patologia tocca i vertici nazionali di diffusione e per contrastarla è prevista la formazione di un gruppo di lavoro che mappi il fenomeno sul territorio. A formare tale gruppo saranno chiamati i Comuni, le Associazioni di categoria e le Asl regionali. Le attività di prevenzione si collocheranno all'interno del Piano regionale delle dipendenze, con interventi diretti nelle scuole e informazione mirata ai cittadini, agli esercenti e a chi, come la Polizia locale, sarà tenuto a far rispettare le nuove regole contenute nella legge.

Fonte: Lombardia Notizie, riportata da Omceomi.it, 10.2.2014

http://www.andinrete.it/portale/index.php?sid=86b81eb9c57baaf24bd9c34864732191