Caloriferi al minimo per rabbrividire soprattutto la notte, docce gelate e bere acqua fredda. Bere due cucchiai di aceto se si sta per cedere alla fame, in modo da chiudersi lo stomaco e farsi venire la nausea all’idea del cibo. Stare in piedi in autobus e al bar, muoversi costantemente anche da sedute – almeno le dita – e stare dritte con la schiena, perché così si consumano il 10% di calorie in più. Quali calorie?, viene da chiedersi, perché questi sono tra i consigli che si passano tra loro le ragazze anoressiche, “pro ana” per dirla con il loro gergo.
Se si clicca su Google la parola anoressia, si troveranno moltissimi consigli medici, statistiche, luoghi di cura, terapeuti che si propongono. Del sottobosco di ragazzine che diventano dei mostri con se stesse e che cercano la solitudine per “urlare in silenzio” non si trova traccia. Le parole magiche per entrare nel loro mondo sono altre. E una volta che questo mondo si dischiude, il cuore si stringe sulle manie e sull’esasperazione che prende queste ragazze e le costringe ad aprire dei blog per condividere con altre i sistemi per dimagrire in fretta. Blog pieni di insulti verso se stesse, blog a cui rispondono ex-anoressiche in cerca di nuovo coraggio “per tornare come prima”, ossia con dieci o quindici chili di meno: tutte forti dell’idea che l’anoressia sia una scelta di vita e che nessuno ha il diritto di sopprimere il loro vero naturale modo di essere, unite nel grido di “insieme ce la facciamo tutte”.
Di fronte a tutto ciò, in questo momento ci si chiede, a vari livelli, se bloccare l’accesso ai siti e blog pro-ana. Non sarà mai troppo tardi per intraprendere seriamente la strada di una prevenzione molto forte e un’operazione culturale di vasta portata sull’argomento.
L’anoressia è una malattia, scatenata da ragioni profonde. A volte accompagna altre forme di malattia psichiatrica, e allora si tratta solo di un sintomo aggiunto. Ma più spesso si tratta di una malattia primaria, che produce complicanze fisiche serie legate alla malnutrizione. Le cause sono state variamente discusse; per molto tempo si è pensato a un problema nel rapporto con la madre, ma nell’ultimo decennio qualche lavoro scientifico ha mostrato l’influenza del padre in età pre-pubere (9 anni), anche se i primi sintomi si manifestano soprattutto tra i 15 e i 19 anni. La mortalità fra queste persone, in riferimento alle varie età, è maggiore di 5 o 10 volte.
I blog pro-ana su internet costituiscono un vero e proprio movimento, che aumenta la gravità delle patologie già presenti e che dà origine a nuove adepte (l’incidenza nei maschi è molto minore, e certamente correlata alla stessa crisi della figura paterna che influenza le ragazze). Prima di parlare di terapia, è necessario approfondire dei presupposti nuovi, quelli che si trovano consigliati in calce a questo scritto.
Fonti:
ANSA, 24 febbraio 2014
Quotidianosanità.it, riportato da Omceomi.it, 22 luglio 2013
D’Ambrosio G.M. - Anoressia e danza: approccio archetipico alla malattia – In: D’Ambrosio e Nicotra, Il lavoro clinico con gli adolescenti, FrancoAngeli 2010, pag. 34-44